fare per sapere

Descrizione della vetrina della SAMB elettronici

Tempo fugit


Forse già i nostri più antichi antenati avevano la percezione del passare del tempo: il sole sorgeva e tramontava, le stagioni si susseguivano regolari, si invecchiava e si moriva. Lavorando i loro strumenti di selce i nostri progenitori percepivano l’esistenza di qualcosa che segnava i cambiamenti periodici nella loro esistenza. Percepivano il passare del tempo.

Nel corso dei secoli questo susseguirsi regolare di eventi ha richiesto una scansione sempre più precisa: non bastavano più gli astri o la migrazione degli uccelli. L’uomo ha dovuto inventare strumenti che gli permettessero di visualizzare meglio lo scorrere del tempo e che fornissero una misura costante dei periodi.

Astronomi, scienziati e artigiani hanno concorso a quest’opera complessa, perfezionando sempre più gli strumenti di misura. Dagli orologi solari alle clessidre, alle candele, agli orologi ad acqua; e poi il pendolo di Galileo, l’orologio navale di John Harrison, e su fino ai nostri giorni con gli orologi digitali al quarzo che ci accompagnano quotidianamente.

Anche la sezione elettronici della Scuola d’arti e mestieri di Bellinzona (SAM) ha voluto contribuire a quest’opera proponendo un orologio a testo scorrevole sincronizzato con il sistema GPS. Questo permette una maggiore precisione nel tempo e non richiede regolazione da parte dell’utente. Le attività di sviluppo e di realizzazione del prodotto, svolte interamente alla SAM, hanno permesso di acquisire maggior dimestichezza nella conduzione di un progetto in una combinazione di tecnologia e fantasia che collega idealmente la selce dei nostri più vecchi antenati al silicio dei moderni microprocessori.

Con questo progetto si è tentato di dar seguito all'esortazione che appare su un orologio solare della Val d'Aosta: "Lou tèn passe, passe-lo bén".


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